giovedì 25 febbraio 2016

Circolazione linfatica nel sistema nervoso centrale.

 Il sistema nervoso centrale è sotto sorveglianza immunitaria costante, ma il percorso chiaro di uscita per le cellule immunitarie è stato   studiato da un ricercatore Jonathan Kipnis e colleghi, che hanno dimostrato come il cervello  infatti, possiede vasi linfatici funzionali che si trovano nelle meningi(membrane che rivestono il sistema nervoso centrale ,e proteggono l’encefalo e il midollo spinale), le quali sono in grado di trasportare le cellule immunitarie sia all’ interno che all’esterno  del liquido cerebrospinale. Il liquor o liquido cerebro-spinale bagna, isola, drena e nutre ogni parte del sistema nervoso centrale, creando sia l'ambiente ottimale per la riproduzione delle cellule della nevroglia e sia il funzionamento delle cellule nervose, sia un ulteriore protezione dai traumi esterni, assorbendo e distribuendo le forze che vengono applicate su tutta la superficie dell'encefalo. Inoltre un buon funzionamento dei vasi all’interno delle meningi, impedisce a sostanze tossiche e metaboliti  di penetrare  .  La presenza di un sistema linfatico  nel sistema nervoso centrale suggerisce , secondo questa nuova ricerca  corrente, di  rivedere i vecchi schemi. La posizione di questi vasi può aver impedito la loro scoperta fino ad oggi, contribuendo in tal modo al concetto dell'assenza di vascolarizzazione linfatica nel sistema nervoso centrale. La scoperta del sistema linfatico a livello del sistema nervoso centrale può portare a una ri-valutazione dei presupposti di base in neuroimmunologia e getta nuova luce sulla eziologia delle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative legate alla disfunzione del sistema immunitario. E’ cosi’ che Jonathan Kipnis afferma di aver scoperto vasi linfatici funzionali che rivestono  i seni durali  (costituiti da canali venosi presenti nella dura madre, che drenano il sangue proveniente dal cranio e dall’encefalo in direzione della vena giugulare) nella ricerca dei gateway (vie di passaggio) delle cellule T dentro e fuori delle meningi. Queste strutture spiega, esprimono tutte le caratteristiche molecolari delle cellule endoteliali linfatiche, sono in grado di trasportare sia le cellule immunitarie che il  fluido dal liquido cerebrospinale, e sono collegati ai linfonodi cervicali profondi.  E' stato anche dimostrato che le cellule del sistema immunitario (linfociti T, microglia, macrofagi perivascolari, cellule dendritiche) migrano dal cervello al linfatico cervicale.  La scoperta delle cellule endoteliali nei vasi linfatici meningei che rivestono i seni durali , aiuta a chiarire il meccanismo di trasporto per le cellule presentanti l'antigene. I loro risultati sono un importante passo avanti nella comprensione del ruolo del sistema linfatico del cervello sia in condizioni sane che patologiche, come la (sclerosi multipla) e l’(Alzheimer).  Queste osservazioni sono state dimenticate per quasi 100 anni, ma finalmente descritte. Già dal 1976, Cserr ha sottolineato l'importanza dello spazio perivascolare nel drenaggio del liquido interstiziale cerebrale. Questo spazio sembra agire in un modo che è simile a vasi linfatici in altri organi. Dopo approfonditi studi, Weller ha descritto il percorso linfatico perivascolare nel cervello in dettaglio:il liquido interstiziale e dei soluti di scarico passa dal parenchima cerebrale, da lì viaggia nella zona circostante delle arterie leptomeningee verso la carotide. Il percorso perivascolare sembra finire nel forame giugulare poi raccolto da singoli vasi linfatici in tutta la carotide interna che termina nei profondi linfonodi cervicali che rientrano tra i linfonodi della testa e del collo.Da 15 a 30 sono i linfonodi cervicali, formano una catena estesa lungo la vena giugulare interna, dall'apice del processo mastoideo e sotto il muscolo sternocleidomastoideo fino alla regione sopraclavicolare. Gigantiello Carmela

martedì 23 febbraio 2016

"Perchè sostenere il progetto ReMedia" Il costituendo Comitato di Fondazione di partecipazione ReMedia è nato per promuovere una serie di iniziative a supporto della costituzione della Fondazione.Il progetto della Fondazione ReMedia nasce dalla constatazione che da troppi anni,ai sensibili chimici e agli elettrosensibili in Italia,di fatto,viene negata la possibilità di migliorare la propria qualità di vita,di accedere a cure risolutive sul territorio nazionale o effettuate all'estero a costi sostenibili,di usufruire dell'assistenza e delle prestazioni del servizio Sanitario Nazionale. La qualità della vita di queste persone è inferiore perfino a quella di chi è affetto da malattia cardiovascolare grave(fonte Istituto Robert Koch di Berlino 2002). Lo Stato italiano non riconosce queste patologie in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale,non destina fondi per la cura e i bisogni quotidiani dei malati,per la ricerca e per la formazione specifica del personale sanitario. Il peso di questa condizione si riversa interamente sul malato stesso e sulla sua famiglia. Il progetto della Fondazione ReMedia persegue l'obiettivo di cercare soluzioni ai molteplici aspetti irrisolti che caratterizzano la condizione dei malati ambientali,promuovendo anche un cambiamento culturale che ponga la persona malata su un piano paritario e costruttivo,in linea con la moderna concezione di medicina partecipata. Costituendo Comitato di Fondazione di partecipazione ReMedia "malattie e disabilità ambientali". Tel.3803860309 mcsinfopuglia@libero.it https://www.facebook.com/groups/112384098810962/

"Perchè sostenere il Progetto ReMedia" di Mirella Valentini



Il costituendo Comitato di Fondazione di partecipazione ReMedia è nato per promuovere una serie di iniziative a supporto della costituzione della Fondazione.Il progetto della Fondazione ReMedia nasce dalla constatazione che da troppi anni,ai sensibili chimici e agli elettrosensibili in Italia,di fatto,viene negata la possibilità di migliorare la propria qualità di vita,di accedere a cure risolutive sul territorio nazionale o effettuate all'estero a costi sostenibili,di usufruire dell'assistenza e delle prestazioni del servizio Sanitario Nazionale.

La qualità della vita di queste persone è inferiore perfino a quella di chi è affetto da malattia cardiovascolare grave(fonte Istituto Robert Koch di Berlino 2002).

Lo Stato italiano non riconosce queste patologie in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale,non destina fondi per la cura e i bisogni quotidiani dei malati,per la ricerca e per la formazione specifica del personale sanitario.

Il peso di questa condizione si riversa interamente sul malato stesso e sulla sua famiglia.

Il progetto della Fondazione ReMedia persegue l'obiettivo di cercare soluzioni ai molteplici aspetti irrisolti che caratterizzano la condizione dei malati ambientali,promuovendo anche un cambiamento culturale che ponga la persona malata su un piano paritario e costruttivo,in linea con la moderna concezione di medicina partecipata.


mercoledì 10 febbraio 2016

"OLI ESSENZIALI E LORO EFFETTI COLLATERALI"(Usarli con estrema cautela) Come è già stato ripetuto mille volte,gli oli essenziali sono piante, ma non sono meno potenti. Ecco un elenco (non esaustivo) di alcuni olii essenziali indesiderati, e tra questi anche quelli che contengono fenoli o chetoni : - Assenzio (vietato per la vendita al di fuori delle farmacie pubbliche) - achillea ligure - Achillea ligustica (neurotossico). Contiene chetoni. - Ajwain (dermocaustico). Contiene fenoli. - Visnag a Daucoides o Khella (fotosensibilizzante - epatotossici) - Dill (neurotossico) - Angelica - radice (fotosensibilizzante) - Apiacée (epatotossici) - Artemisia (rischio di convulsioni, abortivo - vietato per la vendita al di fuori delle farmacie pubbliche) - basilico Exotic (dermocaustico) - Bergamotto (fotosensibilizzante) - Canfora (neurotossico) - Cannella di Ceylon / Cina (dermocaustico - allergenici). Contiene aldeidi. - Carvacol (epatotossici) - cedro bianco (vietato per la vendita al di fuori delle farmacie pubbliche) - Sedano (fotosensibilizzante) - Limone (fotosensibilizzanti). - immersioni Eucalyptus - immersioni di eucalipto (neurotossico). Contiene chetoni. - Juniper - ginepro (nefrotossicità). Contiene monoterpeni. - Chiodi di garofano - chiodo (dermocaustico). Contiene fenoli. - Helichrysum (neurotossico) . Contiene chetoni. - Issopo ( vietato per la vendita al fuori delle farmacie pubbliche). Contiene chetoni. - Hystrix (fotosensibilizzante) - Inula profumato (anallergico) - Laurel (anallergico) - stoechas, lavanda farfalla ciuffo - stoechas (neurotossico). Contiene chetoni. - Spike lavanda - Lavandula latifolia (neurotossico). Contiene chetoni. - Citronella (dermocaustico). Contiene aldeidi. - Lime (fotosensibilizzante) - limone Litsée (allergenici, dermocaustico). Contiene aldeidi. - Mandarine (fotosensibilizzante) - Manuka (dermocaustico). Contiene aldeidi. - Marjolaine (dermocaustico) - Melissa (anallergico) - Menta selvatica - Mentha arvensis (neurotossico). Contiene chetoni. - Menta piperita (dermocaustico, abortito, allergenici, neurotossico). Contiene chetoni. - Niaouli (dermocaustico) - Arancione (fotosensibilizzante) - origano compatto / Grecia / Spagna (dermocaustico). contiene fenoli - Pompelmo (fotosensibilizzante) - Prezzemolo (rischio di convulsioni) - Poco Cypress / Santoline - santolina chamaecyparissus (neurotossico). Contiene chetoni. - Pino Marittimo (nefrotossicità). Contiene monoterpeni. - pino silvestre (dermocaustico, nefrotossicità). Contiene monoterpeni. - Rosmarino canfora - Rosmarinus off. camphora (neurotossico). Contiene chetoni. - Rosemary Verbenone (rischio neurotossico e abortivo). Contiene chetoni. - rue (neurotossico). Contiene chetoni. - Abete (nefrotossicità). Contiene monoterpeni. - White Fir - Abies alba (neurotossico). Contiene chetoni. - Sandalo (nefrotossicità). Contiene monoterpeni. - Santoreggia (dermocaustico). Contiene fenoli. - Sage (proibito per la vendita al di fuori delle farmacie pubbliche, allergeniche, neurotossici e abortivi). Contiene chetoni. - Tanaceto (vietato per la vendita al di fuori delle farmacie pubbliche) - Trementina (anallergico) - Thuya (nervo - Rischio di convulsioni - vietato per la vendita al di fuori delle farmacie pubbliche). Contiene chetoni. - Timo timolo (dermocaustico, epatotossici). contiene fenoli - Timo carvacrolo (dermocaustico). Contiene fenoli. - Citronella (dermocaustico). Contiene aldeidi. Per quanto riguarda gli oli essenziali "fotosensibilizzanti" (soprattutto agrumi), ricordo che non si deve esporre l'area trattata per almeno 6 ore dopo l'applicazione di olio. La nefrotossicità di alcuni oli è attribuibile alla presenza di monoterpeni e di assorbimento della stessa. Consiglio sulle dosi Gli oli dermocaustici (principalmente composti da fenoli e aldeidi) devono essere diluiti a un massimo del 20% di olio essenziale in 80% di olio vegetale . Questa è anche la diluizione raccomandata per l'applicazione di qualsiasi olio essenziale sulla pelle ipersensibile. Questi oli essenziali contenenti fenoli usati in dosi elevate e per un lungo periodo anche l'origine di epatotossicità. Avvertenze. L’uso di oli essenziali e anche alcuni oli vegetali non è raccomandato durante la gravidanza e nei bambini piccoli,è quindi opportuno alla minima esitazione chiedere consigli ad un professionista serio e scrupoloso. Gigantiello Carmela

sabato 6 febbraio 2016

http://carmelagigantiello.blogspot.it/2016/02/decondizionamento-recupero-e-sviluppo.html?spref=fb&m=1

Decondizionamento, recupero e sviluppo delle capacita’ olfattive e sensoriali

La società contemporanea ha bisogno di processi di individuazione perché attraversa un periodo a forte rischio dovuto ai mezzi di comunicazione massmediale, mirando a togliere qualsiasi  senso di dignità individuale, personale, vita interiore, segreta, intima dell’individuo  rivelandosi  rischiosa di appiattimento e di standardizzazione.  Liberarsi da un condizionamento permette di apprendere e rispettare  il proprio corpo ed i suoi sensi, e capire che  saperli utilizzare in modo completamente diverso può  condurre  progressivamente a diffidare  ed a valutare meglio ed in modo non più superficiale  ogni situazione, che saprà padroneggiare a seconda della reazione del suo corpo e dei suoi 5 sensi,  dai quali riceverà precisi  segnali e messaggi, riuscendo  sempre più facilmente a decodificare, ponendo in essere un progressivo ed indispensabile decondizionamento del suo modo di essere e di vivere. Lo sviluppo dei sensi non consente solo di affrontare la vita con strumenti più efficaci, ma opera, spesso del tutto incoscientemente, ad un progressivo ampliamento della coscienza. Su un piano interiore si opera la trasformazione dell’olfatto ,proprio come quello che sta accadendo a me .Basti pensare, che per un essere umano è indispensabile poter scegliere e capire quali odori ed aromi fanno parte della sua educazione e del vivere quotidiano. A volte basta davvero poco ,a volte basta semplicemente utilizzare prodotti senza profumi sintetici, per poter tenere sana la comunicazione delle nostre cellule. Per fare questo passo consapevole per la propria salute, è necessario decondizionarsi, o meglio liberarsi dalle cattive abitudini. Gli ultimi episodi che ho affrontato e che mi hanno fatto notare di come sia cambiata in relazione alle abitudini passate ,è stato trovandomi in un locale molto profumato ,dove la cosa che ho avvertito, oltre che una cappa di profumi, è stata una sensazione insolita sulla lingua (pizzicore e come se avessi profumo sulla lingua).Ho percepito i profumi prima a livello olfattivo e poi gustativo. Per concludere ,quando sono ritornata a casa dopo pranzo avevo tanta sonnolenza tant’è che mi son dovuta addormentare sul divano. Prima queste reazioni non le avrei neanche percepite per come ero intossicata ,ma adesso che ho migliorato le mie abitudini in modo più salutare, ho percepito queste varianti e l’affaticamento nel rientrare in quella situazione. Il mio corpo ha parlato, senza neanche lo sapessi.  Citerò uno fra i più importanti filosofi come Platone che affermava  di voler descrivere la nostra situazione di uomini,di come siamo e di come il nostro destino può cambiare nel “Il Mito delle Caverne”.Grazie a tutti voi per l’attenzione .
Gigantiello Carmela


giovedì 4 febbraio 2016

Detersione nella Psoriasi e i benefici dell'Olio di Neem

 Le cause sono comunque tante e svariati, e spesso la più fastidiosa delle sue forme è quella che attacca il cuoio capelluto contrastabile con rimedi naturali e non aggressivi.
Varie le cure possibili per lenire prurito e infiammazioni, tra questi abbiamo lo "Shampoo AloNeem",  l'impacco "Maschera AloNeem",e per le piaghe da poter  massaggiare la "Crema Aloneem". Di sicuro l’Olio di Neem, utilizzato nei nostri prodotti, è un valido alleato per la salute del cuoio capelluto e della pelle, grazie alla sua azione positiva nei confronti di lesioni, irritazioni e desquamazioni . Essendo un antibatterico e un prodotto antisettico naturale può risultare un rimedio naturale decisivo per contrastare la psoriasi, oltre che forfora e pidocchi.

Olio di Neem e psoriasi, come utilizzarlo

Un lavaggio con uno shampoo all’Olio di Neem, può essere il  passo importante per eliminare le cellule morte in eccesso dopo aver effettuato un peeling del cuoio capelluto. Durante questa fase la pelle verrà disinfettata e ripulita dallo strato eccedente. Ma solo l’utilizzo costante di prodotti a base di questo olio può garantire benefici nel tempo. Per contrastare l’odore intenso e molto forte si può mescolare con olio essenziale profumato, quindi massaggiare sulla cute per 15 minuti e risciaquare lo "Shampoo AloNeem".Successivamente  si può lasciare in posa per una mezz'ora e più la "Maschera AloNeem", così da permettere un rilascio lento ma benefico
con azione  lenitiva  , nutriente e antibatterica. Nonostante l’odore forte, l’olio di Neem libera la cute dal primo strato di cellule morte. Si potranno notare i benefici sin dalla prima applicazione, oltre a percepire una sensazione di freschezza e benessere. L’azione cicatrizzante dell’olio di Neem si attiverà subito, agendo velocemente sulle lesioni e sulle croste dolorose.Grazie alla "Crema AloNeem" possiamo poi ammorbidire la pelle secca e ruvida della cute, quindi calmare bruciori e prurito tipici della psoriasi. Gigantiello Carmela

martedì 2 febbraio 2016

Il ruolo della Vitamina D



La vitamina D è classicamente nota per il suo ruolo nel calcio, omeostasi e mineralizzazione ossea. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che essa interviene in numerosi processi fisiologici, compresa la modulazione della proliferazione cellulare, differenziamento, e apoptosi, e in funzioni neuromuscolari, ormonali e immunitarie. D'altra parte, la vitamina D può anche giocare un ruolo in più nelle malattie croniche come il cancro,ma mi concentrerò  sulla vitamina D in relazione alle malattie della pelle.La vitamina D è un composto liposolubile che gli esseri umani ottengono  quando la pelle è esposta ai raggi ultravioletti (UV) della luce solare  e  attraverso la dieta  in alcuni alimenti. Sebbene naturalmente presente in pochissimi alimenti, due solo sono quelle piu’ interessanti per l’uomo: la vitamina D2 (ergocalciferolo) e
vitamina D3 (colecalciferolo) . Gli esseri umani sintetizzano la vitamina D3 quando 7-deidrocolesterolo, presente nei cheratinociti dell’epidermide, interagisce con la luce UV. 7-deidrocolesterolo assorbendo la luce a lunghezze d'onda nella gamma da 270 a 300 nm, sebbene la sintesi della vitamina D3 ottimale avviene a lunghezze d'onda di 295 a 300 nm.Gli individui con un contenuto più elevato di melanina nella loro pelle,richiedono una maggiore esposizione alla luce UV per produrre lo stesso livello di vitamina D3 come individui con meno melanina.La vitamina D è necessaria per mantenere calcio e fosforo nel sangue.  Oggi, sappiamo che la vitamina D esercita effetti importanti su vari tipi di cellule,compresi gli effetti immunomodulatori  e  antiproliferativi sulle cellule tumorali. La relazione potenzialmente importante tra la vitamina D e il cancro ha ricevuto particolare attenzione. Il caso più forte per un legame significativo tra la vitamina D e l'incidenza di tumori specifici è stato fatto per il cancro del colon. Ancora,studi osservazionali suggeriscono un ruolo per la vitamina D nell’incidenza del cancro al seno, alla prostata, ovaio, rene,endometrio, e altri organi.In accordo con i suoi effetti sulla omeostasi immunitaria,dati recenti suggeriscono che vi è una relazione tra livelli di vitamina D e malattie autoimmuni o infiammatorie. Gli studi indicano che la vitamina D può modulare risposte infiammatorie. Infatti,  essa può regolare l'espressione dei geni che generano tale infiammazione, tra cui cicloossigenasi e 5-lipossigenasi.D'altra parte, la dimostrazione del ruolo  della vitamina D in varie malattie, comprese le malattie dermatologiche come menzionato sopra,  hanno dimostrato che la vitamina D puo’ migliorare  i casi di psoriasi, che è una malattia infiammatoria cronica della pelle, non infettiva né contagiosa, solitamente di carattere cronico e recidivante. Nella sua patogenesi intervengono fattori autoimmunitari, genetici e ambientali. Le cause alla base della psoriasi non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che la componente genetica ed immunologica abbiano un ruolo fondamentale. Diversi fattori ambientali sono in grado di scatenare od aggravare la psoriasi. Fra questi un ruolo importante è rivestito da traumatismi della pelle, processi infettivi ed alcuni farmaci. Recenti evidenze sembrano suggerire che nei pazienti affetti da psoriasi, in particolar modo nella variante “a placche”, sia più facilmente riscontrabile una carenza di questa vitamina. Le ragioni del deficit non sono chiare ma i dati sono in linea con precedenti analisi che avevano evidenziato bassi livelli di vitamina D in altre patologie dermatologiche immunomediate quali dermatite atopica, vitiligine e orticaria cronica.

I ricercatori dell’Università di Verona hanno nuovamente affrontato l’argomento in uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology e condotto su 145 pazienti affetti da psoriasi a placche, 112 con artrite reumatoide (AR) e 141 individui sani utilizzati come gruppo di controllo. L’età media dei partecipanti era di 53,9 anni.

La ricerca procedeva quindi sulla misurazione dei livelli plasmatici di 25(OH)D e di ormone paratiroideo rispettivamente in primavera, estate, autunno e inverno del 2010 riscontrando come la mancanza di vitamina D, definita con livelli di 25(OH)D inferiori a 20 ng/mL, fosse significativamente più frequente in pazienti con psoriasi rispetto a quelli con AR e al gruppo di controllo (57.8% vs. 37.5% e 29.7%).Inoltre, tale carenza risultava sensibilmente maggiore in inverno, con riferimento ai livelli di ormone paratiroideo e di calcio non si riscontravano, invece, differenze significative tra i tre gruppi.Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti a conferma di quanto emerso è importante non trascurare questo segnale,  anche perché i bassi livelli di 25(OH)D sono stati associati ad un aumentato rischio di diabete mellito, sindrome metabolica e patologie cardiovascolari. Grazie a tutti per la vostra attenzione.


Gigantiello Carmela

lunedì 1 febbraio 2016

"La pelle è lo specchio della nostra salute"

 La pelle è lo specchio della nostra salute e i problemi cutanei rappresentano qualcosa di più profondo della pelle .La pelle costituisce circa il 7% del peso corporeo. Nonostante sia estremamente sottile, la pelle è composta da diversi strati. Quello più esterno è l’epidermide, che funge da barriera protettiva; subito sotto si trova il derma, uno strato più spesso in cui vengono svolte gran parte delle funzioni dell’apparato cutaneo; infine, il tessuto sottocutaneo ospita vasi sanguigni e cellule adipose.
L’aspetto della pelle rispecchia il nostro stato di salute. I disturbi digestivi possono privare le cellule cutanee dei nutrienti necessari mentre un sistema di depurazione inefficiente può consentire a sostanze dannose di sfuggire alla vigilanza del fegato e danneggiare le cellule epidermiche. L’ipotiroidismo rende la pelle secca, ruvida e squamosa, i capelli possono indebolirsi e cadere, le unghie diventano più fragili e sottili e si sfaldano con facilità.
Un indebolimento del sistema immunitario può essere responsabile della lenta cicatrizzazione di tagli o ferite; la cattiva circolazione sanguigna, infine, impedisce l’afflusso dell’ossigeno e dei nutrienti necessari alle cellule cutanee e del cuoio capelluto.

Lo stress e la tensione nervosa possono accentuare numerosi problemi cutanei, come acne, psoriasi e dermatite. L’idratazione è molto importante (bere almeno due litri di acqua al giorno) per mantere in buono stato il collagene, che è costituito prevalentemente da acqua. Sempre più persone soffrono di problemi cutanei, le dermatiti allergiche o da contatto sono in continuo aumento, ma anche orticaria, eritemi, puntini sul viso, pelle secca, eczemi,  l’inquinamento  e l’alimentazione quanto ne sono responsabili.

Leviganti od esfolianti gli AHA (alfa-idrtossiacidi) e PHA (poliidrossiacidi)



I composti maggiormente impiegati per ottenere un'azione levigante od esfoliante sono gli alfa-idrossiacidi o AHA. Il loro nome deriva dal fatto che nella molecola è presente un gruppo alcolico in posizione alfa rispetto alla funzione carbossilica dell'acido. I più noti AHA sono l'acido glicolico, l'acido salicilico, l'acido lattico, l'acido citrico e l'acido malico.
Tutti questi acidi hanno la caratteristica di avere nella loro molecola almeno un gruppo ossidrilico ed almeno un gruppo carbossilico. Si è visto che utilizzando questi componenti è possibile ottenere l'esfoliazione degli strati superficiali della cute o peeling.

Questo avviene perché la molecola degli AHA indebolisce i legami proteici che legano i cheratinociti tra loro, portando all'asfoliazione degli strati cornei più superficiali. Tale effetto si ripercuote sino allo strato basale o germinativo dell'epidermide, determinando la stimolazione della proliferazione cellulare. Gli alfa-idrossiacidi sono quindi in grado di indurre i fibroblasti a produrre glicosamminoglicani o GAG, collagene ed elastina. In genere, gli AHA agiscono prevalentemente a livello del cheratinocita e in base alla loro concentrazione hanno effetti differenti. Ad alte concentrazioni è possibile ridurre la pigmentazione cutanea, mentre a concentrazioni attorno al 10% si ottiene un forte stimolo al rinnovamento cellulare. L'azione esfoliante, oltre che dalla concentrazione, dipende anche dal pH della formulazione: a pH acido (3) prevale l'azione esfoliante, mentre a pH superiori (5-6), gli AHA svolgono un'azione puramente idratante. Una controindicazione è legata al fatto che - essendo degli acidi - possono causare irritazioni se non utilizzati nella maniera corretta.
Oltre agli alfa-idrossiacidi esistono dei prodotti di seconda generazione che sono i PHA o poliidrossiacidi. Hanno degli effetti analoghi ai precedenti, però non possiedono caratteristiche irritanti. I principali composti della famiglia dei poliidrossiacidi sono il gluconolattone e l'acido lattobionico. In entrambe le molecole sono presenti diverse funzionalità ossidirliche. Il vantaggio dei PHA è che sono meno irritanti rispetto agli AHA, perché sviluppano i loro effetti più lentamente. Nella tabella seguente vengono messe in confronto le caratteristiche di PHA ed AHA.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/cosmetici/anti-aging.html

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/cosmetici/anti-aging.html