Lo scopo della presente indagine è stato di quantificare
l’uso di due gruppi di composti chimici, gli ftalati e i muschi sintetici, in
un campione selezionato a caso di marche di profumi. L’analisi di 36 marche
diverse di eau de toilette e eau de parfum è stata effettuata ad un laboratorio perché ne
stabilisse i contenuti di questi due gruppi di sostanze. I risultati hanno
confermato che determinati muschi sintetici, in particolare i muschi
policiclici galaxolide (HHCB) e tonalide (AHTN), nonché alcuni ftalati, in
particolar modo il dietilftalato (DEP), vengono comunemente utilizzati nell’industria
dei profumi. Questo suggerisce che l’uso costante di profumi potrebbe
costituire un contributo rilevante all’esposizione quotidiana degli individui a
queste sostanze, alcune delle quali sono già state classificate come
contaminanti del sangue e del latte materno. Vi sono, inoltre, sempre maggiori
indicazioni che alcuni composti di muschio avrebbero proprietà dannose per il
sistema endocrino. In questo contesto, i risultati ottenuti dimostrano
ulteriormente il bisogno di una legislazione che promuova attivamente la
sostituzione delle sostanze pericolose con alternative più sicure. Gli sviluppi
attuali della nuova legislazione UE relativa alla produzione e all’uso delle
sostanze chimiche, nota come REACH (Registration,Evaluation and Authorisation
of Chemicals), costituisce un’opportunità per stabilire le disposizioni
relative a tale processo di sostituzione, come contributo fondamentale per la
protezione dei cittadini dall’esposizione ai composti chimici pericolosi. L’uso
diffuso di sostanze chimiche pericolose, unito alla scarsità di informazioni
adeguate e alla carenza di controlli governativi, ha portato alla situazione di
crisi che ci troviamo oggi ad affrontare in termini di diffusione delle
sostanze chimiche. Molte delle nostre azioni quotidiane comportano l’uso ed il
rilascio nell’ambiente, spesso inavvertitamente, di una vasta gamma di composti
chimici. I rischi presentati da gran parte di queste sostanze non sono mai
stati valutati con esattezza. Nello stesso tempo, le legislazioni attuali non
hanno garantito il controllo dell’esposizione alle sostanze chimiche, neanche
per quelle le cui proprietà dannose sono ormai note, anche laddove esistano già
alternative più sicure. Conseguentemente, possiamo riscontrare i segnali di una
contaminazione da sostanze chimiche ovunque, dalle regioni più remote ed inaccessibili
del globo alla nostra casa. Gli animali selvatici dall’Artico al fondo degli
oceani , l’acqua piovana , la polvere nelle nostre case , persino il corpo
umano risultano essere inquinati da
sostanze chimiche pericolose. Tali sostanze sono oggi talmente onnipresenti,
che i bambini sono esposti ai composti chimici industriali prima ancora di
nascere. Le sostanze persistenti che si accumulano nel corpo umano
(bioaccumulabili), quelle che possono causare tumori o altri danni alla salute,
e persino interferire con le funzioni basilari del sistema ormonale ed il loro
ruolo nello sviluppo ,potrebbero avere in futuro conseguenze sconosciute .Nonostante ciò,
mentre la diffusione dei composti chimici nell’ambiente e nel corpo umano viene
sempre più documentata, pochi di noi sono consapevoli del fatto che molte di
queste sostanze sono presenti nei nostri
prodotti di consumo quotidiani. Le sostanze chimiche che vengono utilizzate
come ritardanti di fiamma nei prodotti elettronici come i telefoni cellulari, i
computer o i televisori possono contaminare il latte materno . Le sostanze che
vengono utilizzate ad esempio nelle stampe plastificate sui pigiami per bambini possono interferire con lo sviluppo, il
sistema ormonale e il sistema immunitario degli animali. Nell’ambito di un
progetto di analisi delle sostanze chimiche pericolose nei beni di consumo, si
è voluto commissionare un laboratorio
indipendente per l’analisi di una vasta gamma
di prodotti per verificarne i contenuti in termini di sostanze potenzialmente
dannose , studiando le politiche di vari
fabbricanti di prodotti, per valutare l’utilizzo e le misure per eliminare le
sostanze potenzialmente pericolose dai loro prodotti. La buona notizia è che un
numero sempre crescente di aziende sta attuando azioni positive per sostituire
queste sostanze in vari beni di consumo, dalle scarpe da ginnastica, ai giocattoli,
dai telefoni cellulari ai prodotti tessili e cosmetici. La cattiva notizia,
d’altro canto, è che molte altre aziende continuano ad ignorare le crescenti
preoccupazioni per la salute e l’ambiente presentate dalle sostanze chimiche
che vengono aggiunte ai loro prodotti. I deputati del Parlamento europeo ed i
ministri dei governi dell’UE stanno attualmente discutendo una legislazione che
abbia il potenziale di proteggere i cittadini dell’Unione europea dall’esposizione
alle sostanze chimiche dannose. Perché tale legislazione, nota come
REACH(Registration, Evaluation and Authorisation of Chemicals), possa risultare
effettivamente efficace, i legislatori dovranno assicurarsi che tutte le
aziende siano obbligate a sostituire le sostanze chimiche pericolose con
alternative più sicure laddove possibile. Una preoccupazione per la
salute dell’uomo e dell’ambiente è data da due gruppi di composti chimici
pericolosi, o potenzialmente pericolosi, utilizzati di frequente nei profumi e
in altri prodotti per il corpo , noti comunemente come ftalati, e i muschi
sintetici. Come conseguenza dell’uso massiccio di queste sostanze nei prodotti,
si possono ora trovare diffusamente sia nell’ambiente naturale che in quello
urbano. La presenza ovunque nell’ambiente e nei prodotti di consumo di muschi
sintetici e ftalati, molti dei quali hanno dei tempi di decomposizione molto
lunghi, risulta in esposizioni continue con conseguenze sconosciute nel lungo
termine. Nello stesso tempo, i prodotti per la cura del corpo che applichiamo
sulla nostra pelle, inclusi i profumi, costituiscono un veicolo diretto di
esposizione ripetuta a dosi relativamente concentrate, che potrebbe contribuire
in maniera sostanziale alla nostra esposizione totale a queste sostanze. Anche
se ad oggi i dati sono ancora limitati, esistono evidenze che suggeriscono che
gli ftalati e i muschi sintetici comunemente usati potrebbero presentare una
varietà di rischi per la salute e per l’ambiente. Nuove prove emergono in
continuazione: ulteriori dettagli relativi alle proprietà e ai rischi posti da
queste sostanze chimiche sono forniti nelle caselle di testo qui sotto.
Il dietilftalato (DEP) e altri esteri
ftalici
Il dietilftalato (DEP) è uno dei molti esteri ftalici in uso
comune. Viene utilizzato in particolare in una vasta gamma di cosmetici ed
altri prodotti per la cura del corpo, soprattutto come solvente e base per i
profumi e come denaturante per l’alcol [utilizzato per rendere l’alcol
imbevibile] (SCCNFP 2003). Anche se si ritiene che il DEP abbia una tossicità
bassa, e non sembra mostrare lo stesso livello di tossicità per il sistema riproduttivo
di altri ftalati (in particolare il DEHP), stanno emergendo nuove evidenze che
causano preoccupazioni rilevanti riguardo alla sua sicurezza. Considerando
l’uso diffuso di questi composti nei beni di consumo, l’esposizione agli
ftalati può avvenire attraverso una molteplicità di fonti . Dato che il DEP è
un ingrediente dei profumi ed di altri prodotti per la cura della persona, sembra
che l’inalazione potrebbe costituire una fonte significativa di esposizione ,
insieme all’assorbimento attraverso l’epidermide. Nonostante il DEP sia
metabolizzato rapidamente dal corpo umano nella forma monoestere (MEP) e non
pare accumularsi nei tessuti, è chiaro che quando viene applicato alla pelle,
il DEP penetra rapidamente ed entra in circolo nel corpo in seguito ad ogni
esposizione. Sono state rilevate concentrazioni di MEP nell’urina umana 30
volte più alte di quelle dei metaboliti di qualsiasi altro estere ftalico. Hanno
recentemente dimostrato che, mentre i livelli di altri metaboliti degli ftalati
espulsi con l’urina sono generalmente più elevati nei bambini che negli adulti,
i livelli di MEP sono generalmente raddoppiati negli adulti rispetto ai
bambini, con i livelli più elevati in assoluto riscontrati nelle donne,
possibilmente come risultato delle differenze nell’uso di prodotti per il corpo
come prodotti per i capelli, cosmetici e profumi. Gli effetti a lungo termine
di questa esposizione ripetuta diretta al DEP non sono ben noti. Tuttavia,
indicazioni emerse di recente mostrano che i cambiamenti nel DNA delle cellule
dello sperma sono più frequenti negli individui nella cui urina sono stati
anche riscontrati livelli elevati di MEP ; studi ulteriori sono necessari per
determinare se questo sia dovuto ad un fattore di causa ed effetto. Più di
recente, alcune ricerche hanno identificato una possibile connessione fra l’esposizione
a due metaboliti degli ftalati, vale a dire MEP e MBP (mono-butilftalato),
riscontrati nei campioni di urine, e una ridotta funzionalità polmonare negli uomini
adulti .Vari altri ftalati rilevati nei campioni di profumo, anche se a livelli
molto inferiori del DEP, destano anch’essi preoccupazioni in termini di
tossicità. Particolarmente rilevanti sono il di-butilftalato (DBP) e lo ftalato
di bis(2-etilesile) (DEHP), entrambi classificati come tossici per il sistema
riproduttivo dall’Unione europea (Categoria 2)(EU 2003).
I muschi sintetici
I muschi sintetici sono composti aromatici artificiali che
vengono utilizzati in luogo dei più costosi muschi naturali. I muschi sintetici
vengono aggiunti a molti prodotti di uso quotidiano ,come i detersivi, i
deodoranti per ambienti, le creme per le mani, i saponi ed i profumi.Muschi sintetici
nell’acqua piovana sono stati raccolti, suggerendo una persistenza nel lungo
termine di questo , e potrebbero aggravare gli effetti dell’esposizione .Il
termine “muschio sintetico” riguarda tre vaste categorie di composti chimici,
vale a dire i nitromuschi, i muschi policiclici e i muschi macrociclici. A
causa di preoccupazioni relative al loro livello di tossicità, la produzione
dei nitromuschi è in declino in Europa già da qualche anno. Solo due
nitromuschi rimangono prodotti in quantità significative oggi: il muschio
xilene (MX) e il muschio chetone (MK). Questi, insieme ai due muschi policiclici,
il galaxolide (HHCB) e il tonalide (AHTN),compongono il 95% del mercato europeo
dei muschi sintetici.I muschi sintetici sono composti chimici che persistono nell’ambiente
e, a causa di ciò e del loro uso diffuso nei prodotti, sono distribuiti in
grandi quantità nell’ambiente, soprattutto nei sistemi acquatici e marini , ma
anche nell’atmosfera e all’interno degli
edifici . Uno studio commissionato in Olanda sulle sostanze chimiche contenute nell’acqua
piovana nei Paesi Bassi ha rilevato composti di muschio sintetico praticamente
in tutti i campioni analizzati: mentre la distribuzione di galaxolide è stata riscontrata
essere abbastanza uniforme, una chiara punta nei livelli di tonalide è stata
rilevata al centro del paese, in corrispondenza dell’area in cui è situata
un’industria chimica che produce composti di muschio sintetico. E’ importante notare
che il nitromuschio ambretta (MA), la cui produzione è proibita nell’Unione
europea dal 1995, è stato rilevato nel 34% dei siti in cui i campioni di acqua
sono stata analizzati.I muschi sintetici possono accumularsi nei tessuti e i
muschi utilizzati nei profumi sono stati riscontrati come contaminanti nel sangue
umano e nel latte materno . Vi sono indicazioni crescenti che alcuni nitromuschi
e muschi policiclici, inclusi quelli usati comunemente nei profumi, potrebbero
interferire (in quanto composti progenitori o metaboliti) con i sistemi
ormonali nei pesci , negli anfibi e nei
mammiferi .Anche se l’attività estrogena dimostrata dal galaxolide e dal tonalide
nei mammiferi è relativamente debole, effetti antiestrogeni sono stati
osservati per gli stessi composti a concentrazioni più di 100 volte inferiori .Correlazioni
statistiche sono state notate fra i livelli di muschio xilene e muschio chetone
nel sangue ed alcune affezioni ginecologiche nelle donne .I profumi potranno
anche essere fonte di piacere, ma potremmo goderceli di più se fossimo certi che
non contengano sostanze che possano accumularsi nell’ambiente e nei nostri
corpi, e che potrebbero anche essere suscettibili di causare danni alla nostra
salute. I consumatori che vogliono evitare tali sostanze hanno un compito
arduo, dato che di rado i produttori riportano i contenuti di ftalati e muschi
sintetici nelle etichette.
Dall’analisi dei profumi, fra il 2003 e il 2004,i risultati
dimostrano che gli ftalati e i muschi sintetici sono presenti praticamente in
tutte le marche di profumi sottoposte ad analisi. Tutti tranne uno dei campioni
contenevano livelli misurabili di ftalati, in quantità estremamente variabili
da una marca all’altra. Solo uno dei campioni non conteneva ftalati in quantità
rilevabili. Molti altri contenevano livelli di ftalati totali ridotti, meno di
10 mg/kg (0.001%). D’altra parte, il campione con il contenuto più elevato di
ftalati ne conteneva più di 22 000 mg/kg (2,2% del peso totale del campione). Lo
ftalato riscontrato più di frequente è il dietilftalato (DEP), trovato in 34
dei 36 profumi analizzati in quantità estremamente variabili, e solo il profumo
Gloria Vanderbilt’s Vanderbilt and
Bogner’s High Speed non ne conteneva livelli rilevabili. I livelli più elevati
di DEP sono stati rilevati in Eternity for Women di Calvin Klein (22 299 mg/kg,
o 2,2% del peso totale), Melvita’s Iris Blue (11 189 mg/kg, o 1,1%) e Jean-Paul
Gaultier’s Le Mâle (9 884 mg/kg, o poco inferiore a 1%).I profumi analizzati
contenevano inoltre quantità estremamente variabili di muschi sintetici. I
livelli totali di nitromuschi e muschi policiclici erano più ridotti in Puma’s
Puma Jamaica Man (0,1 mg/kg),Alqvimia’s Aqua Natural (0,5 mg/kg), Naomi
Campbell’s Sunset (1,8 mg/kg) e Christian Dior’s PurePoison (2 mg/kg). I
livelli totali più elevati di questi muschi sintetici sono stati riscontrati in
Cartier’s Le Baiser Du Dragon (45 048 mg/kg, o 4,5% del peso) e Gaultier’s Le
Mâle (64 428 mg/kg, o 6,4%), e sorprendentemente, 94 069 mg/kg (9,4%), in White
Musk di Body Shop. I nitromuschi sono stati rilevati in un numero limitato di
profumi, e principalmente in quantità ridotte o non rilevabili, con l’eccezione
di Chanel No. 5, che conteneva 4 670.4 mg/kg (0,46%) di muschio chetone (MK). I
muschi policiclici, in particolare il galaxolide (HHCB) e il tonalide (AHTN),
sono stati rilevati in quasi tutti i profumi, ma di nuovo le quantità erano
estremamente variabili. I livelli di HHCB variavano da punte di 77 848 mg/kg
(7,8% del peso) in White Musk di Body Shop, 44 776 mg/kg (4,5%) in Cartier’s Le
Baiser Du Dragon e 37 644 mg/kg (3,8%) in Jean-Paul Gaultier’s Le Mâle a valori
di meno di 1 mg/kg in altri prodotti. 5 dei profumi sono stati analizzati per
un numero inferiore di muschi sintetici delle altre marche, ed è quindi
possibile che contengano livelli totali di muschi sintetici più elevati di
quanto riportato. Le ragioni delle grandi differenze nelle concentrazioni
rilevate di ftalati (da quantità non rilevabili a 2,2% del peso) e di muschi
sintetici (da quantità non rilevabili a 9,4% del peso) non sono ancora note.
Mentre l’assenza di livelli riscontrabili di tali sostanze chimiche in alcune
marche suggerisce che sia possibile produrre e commercializzare con successo
profumi dove non ne viene fatto un uso deliberato, non è possibile stabilire,
sulla base dei risultati di questa indagine, quali altri componenti chimici
potrebbero essere stati utilizzati per sostituirli. Date le preoccupazioni
legittime che sono insorte riguardo all’uso continuato di ftalati e composti di
muschio sintetici, tuttavia, esiste un bisogno urgente per ulteriori studi al
riguardo. Una possibile spiegazione per l’apparente assenza dei composti di
nitromuschio o di muschio policiclico in alcuni profumi potrebbe essere il
crescente interesse all’interno dell’industria profumiera nella loro
sostituzione con muschi macrociclici. Poche informazioni sono disponibili riguardo
alla portata dell’uso di questi ultimi e i loro potenziali effetti dannosi per
la salute dell’uomo e per l’ambiente. Le analisi condotte nello studio del laboratorio
TNO forniscono una prima indicazione del loro uso diffuso, dimostrando la
necessità di ulteriori studi.
I limiti della legislazione attuale
La legislazione attuale dell’Unione europea fornisce una
protezione solo parziale dalle sostanze chimiche utilizzate nei cosmetici,
inclusi i profumi. La Direttiva UE sui Cosmetici (76/768/CEE) limita l’uso nei
prodotti cosmetici di quelle sostanze chimiche classificate come cancerogene, mutagene
o tossiche per il sistema riproduttivo (CMR). In tale limitazione ricade già
almeno uno dei nitromuschi, il muschio ambretta. Tuttavia, la Direttiva:
• non impedisce l’uso di sostanze chimiche considerate
altrettanto nocive, quali quelle tossiche per il sistema endocrino;
• non affronta il problema dell’esposizione attraverso la
diffusione nell’ambiente dei composti
chimici utilizzati nella produzione dei prodotti cosmetici o
l’uso e lo smaltimento di questi prodotti;
• non comporta alcuna procedura d’autorizzazione che
richieda ai fabbricanti di adottare politiche cautelative o ricercare soluzioni
sistematiche per l’eliminazione e la sostituzione dei composti chimici ritenuti
dannosi. Solo un approccio cautelativo attivo e generalizzato alla legislazione
in materia di sostanze chimiche potrà rimediare a tali falle nel regolamento e
portare l’industria a promuovere l’innovazione verso l’uso di sostitutivi più
sicuri e l’eliminazione graduale delle sostanze chimiche che destano
preoccupazioni in termini di tossicità.
Accettare i rischi o cautelarsi?
Il presente studio conferma l’uso diffuso degli ftalati e
dei composti di muschio sintetico nei profumi, e quindi come questi ingredienti
potenzialmente nocivi costituiscano in alcuni casi una frazione significativa
del peso totale del prodotto stesso. E’ sempre difficile, se non impossibile,
quantificare i rischi esatti che una determinata sostanza chimica può
presentare per la salute dell’uomo, e anche se gli studi possono impiegare anni
per essere completati, le valutazioni che ne risultano sono spesso altamente
soggettive o anche inconcludenti. Gli assunti presi e i giudizi dati nel
raggiungere le conclusioni relative ai rischi per l’ambiente o per la salute
dell’uomo sono raramente comunicati al di fuori dei documenti tecnici, nonostante
tali aspetti siano importanti per comprendere le conclusioni raggiunte e il
grado di incertezza che comportano. Inoltre, la valutazione dei rischi spesso
parte dal presupposto che un determinato livello di esposizione ad una sostanza
chimica, anche laddove tale sostanza dimostri proprietà intrinsecamente nocive,
è in fondo “accettabile” e gestibile. Considerando le complessità aggiuntive
che risultano dal fatto che non siamo solo esposti a sostanze chimiche
individuali, ma a miscele di sostanze, e che generalmente siamo esposti a varie
fonti per ciascun composto chimico nella nostra vita quotidiana, è evidente che
i metodi ristretti tradizionali di valutazione dei rischi sono poco adatti a
fornire una protezione adeguata. E’ urgente quindi un approccio maggiormente
cautelativo alla valutazione e al controllo delle sostanze chimiche. Le recenti
opinioni adottate dal Comitato scientifico sui prodotti cosmetici e non-alimentari
dell’UE, SCCNFP (più tardi riorganizzato nel Comitato scientifico per i
prodotti di consumo nel 2004), relativamente al galaxolide (HHCB) e al tonalide
(AHTN) (SCCNFP 2002 a, b), illustrano l’influenza degli assunti di base quando
si determinano il livelli di “rischio accettabile”. Il Comitato suggerisce che
l’HHCB può essere utilizzato come aroma nei cosmetici senza limitazioni, ed il
contenuto di AHTN può raggiungere fino ad un massimo del 12% del composto
aromatico (contro il 12% del prodotto finale), basando queste raccomandazioni
su dei “margini di sicurezza” stimati. Il calcolo dei margini di sicurezza in
questione dipende in gran parte dalla scelta di valori rappresentativi per l’esposizione,
l’assorbimento cutaneo e la tossicità. In questo caso, per determinare il
margine di sicurezza per l’HHCB, il Comitato ha stabilito un grado di
assorbimento cutaneo dello 0,1% della dose applicata e una concentrazione
tipica della sostanza chimica in un profumo (eau de toilette) del 2,4%. Una
stima molto più elevata della dose assorbita (5,1%) è stata rifiutata sulla
base del fatto che lo studio dalla quale era stata derivata non seguiva le
“linee guida” del Comitato e che applicava la dose in etanolo puro, considerato
non rappresentativo dei prodotti commerciali. Ma dato che i veri profumi
(incluse le eaux de parfum) possono contenere livelli di etanolo che
raggiungono fino al 75% del loro peso (Bearling 1999), questo studio potrebbe
avere una rilevanza maggiore. Inoltre, i risultati delle analisi svolte dal laboratorio
TNO dimostrano che anche nelle formulazioni comparativamente più leggere di
eaux de toilette e eaux de parfum, i livelli di HHCB possono eccedere l’assunto
di base del Comitato di una concentrazione del 2,4% (in 5 dei 36 prodotti
analizzati dal TNO). Se consideriamo queste stime relativamente più
“pessimiste” in termini di assorbimento e concentrazione, i margini di sicurezza
potrebbero essere stati ridotti di fattore di almeno 100.Per quanto riguarda
l’AHTN, in modo simile il Comitato ha preso come base un valore tipico di concentrazione
per prodotto dello 0,96% e di nuovo ha rifiutato di considerare un valore più elevato
di dose assorbita nei suoi calcoli per stabilire un margine di sicurezza. I
risultati dell’analisi effettuata da TNO dimostrano come tali valori possano
essere superati in 2 dei 36 campioni analizzati. Inoltre, il Comitato stesso ha
dichiarato che le sue opinioni in merito a queste sostanze chimiche non
considerano l’eventuale esposizione del consumatore attraverso una varietà di
altre fonti (SCCNFP 2002 a, b). I cosmetici non sono l’unica fonte di
esposizione ai muschi sintetici per l’uomo: altre possibili fonti includono i
deodoranti per ambienti, i saponi e i detersivi. Inoltre, non è chiaro dalle
considerazioni del Comitato come siano stati esattamente derivati i livelli di
“nessun effetto avverso rilevato” di 50 mg/kg e 5 mg/kg per l’HHCB e l’AHTN,
rispettivamente, o se tali valori comprendano una considerazione dei potenziali
effetti nocivi per il sistema endocrino o effetti sinergici con altri composti
chimici tossici. Ad ogni modo, è certo che le nuove scoperte riguardo agli
effetti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo di queste sostanze chimiche
emerse dal 2002 non possono essere stati presi in considerazione, anche se
rilevanti per il calcolo dei margini di sicurezza.
Conclusione – La strada verso il
futuro
Questa ricerca conferma la presenza di composti
potenzialmente pericolosi nei prodotti eaux de toilette and eaux de parfum. La
quantità delle sostanze trovate negli
articoli varia ampiamente a seconda del prodotto testato e si osservano molti
vuoti nella regolazione del loro impiego. Il sistema REACH, la riforma proposta
della chimica in Europa, ha tutto il potenziale per attuare un processo
autorizzativo, che richiederebbe l’eliminazione graduale e la sostituzione dei
composti pericolosi, in particolare di quelli definiti “estremamente
problematici” con proprietà di pericolo per l’uomo e l’ambiente. Queste
sostanze, infatti, includono i composti persistenti, tossici e bioaccumulanti
(PBT), quelli molto persistenti e molto bioaccumulanti (vPvB), i composti che
sono cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione (CMR) e quelli che
possono interferire sul sistema ormonale (distruttori endocrini). Nonostante non
sia ancora certo che ftalati e muschi sintetici possano essere ufficialmente
identificati come “composti estremamente problematici” secondo REACH, le
crescenti evidenze sulle proprietà pericolose di questi composti sottolineano comunque
la necessità di una loro considerazione.Il REACH, pubblicato dalla Commissione
europea nell’ottobre 2003, ha sofferto di un’intensa pressione politica da
parte dell’industria. L’attuale bozza, infatti, contiene un escamotage che potrebbe
permettere di autorizzare l’uso continuato delle sostanze altamente pericolose nonostante
siano disponibili alternative più sicure. REACH ci potrà realmente proteggere
dall’esposizione alle sostanze pericolose solo laddove un’autorizzazione all’uso
dei composti estremamente problematici sarà concessa in caso di assenza di
alternative più sicure e se l’impiego risulta essere essenziale per la società.
Questo è il principio di sostituzione. Alcune aziende stanno rispondendo ad una
aumentata consapevolezza dei consumatori sulla presenza di composti sintetici
nei beni di consumo, attraverso l’implementazione di politiche di sostituzione
e di eliminazione graduale di alcuni composti pericolosi. Queste società
dimostrano che un approccio innovativo, verso una nuova generazione di prodotti
più sicuri, può essere ugualmente competitivo e condurre ad un successo a
livello commerciale. Le aziende dei profumi dovrebbero seguire questi esempi.
In ogni caso, è certo che i soli impegni volontari non sono sufficienti per
promuovere soluzioni innovative e più ecologiche. Il sistema REACH dovrà quindi
fornire una struttura legale vincolante per implementare una politica chimica
basata sulla precauzione e che possa promuovere l’innovazione del settore. L’opportunità
di emendare il testo della riforma ora è nelle mani dei rappresentanti eletti
al Parlamento europeo e dei Ministri di governo, che potranno rafforzare il
sistema REACH garantendo solo in questo modo la protezione dell’uomo dai
composti pericolosi presenti nella nostra vita quotidiana.
Grazie a tutti voi