venerdì 2 settembre 2016

I profumi potranno anche essere fonte di piacere, ma potremmo goderceli di più se fossimo certi che non contengano sostanze che possano accumularsi nell’ambiente e nei nostri corpi.

Lo scopo della presente indagine è stato di quantificare l’uso di due gruppi di composti chimici, gli ftalati e i muschi sintetici, in un campione selezionato a caso di marche di profumi. L’analisi di 36 marche diverse di eau de toilette e eau de parfum  è stata effettuata ad un laboratorio perché ne stabilisse i contenuti di questi due gruppi di sostanze. I risultati hanno confermato che determinati muschi sintetici, in particolare i muschi policiclici galaxolide (HHCB) e tonalide (AHTN), nonché alcuni ftalati, in particolar modo il dietilftalato (DEP), vengono comunemente utilizzati nell’industria dei profumi. Questo suggerisce che l’uso costante di profumi potrebbe costituire un contributo rilevante all’esposizione quotidiana degli individui a queste sostanze, alcune delle quali sono già state classificate come contaminanti del sangue e del latte materno. Vi sono, inoltre, sempre maggiori indicazioni che alcuni composti di muschio avrebbero proprietà dannose per il sistema endocrino. In questo contesto, i risultati ottenuti dimostrano ulteriormente il bisogno di una legislazione che promuova attivamente la sostituzione delle sostanze pericolose con alternative più sicure. Gli sviluppi attuali della nuova legislazione UE relativa alla produzione e all’uso delle sostanze chimiche, nota come REACH (Registration,Evaluation and Authorisation of Chemicals), costituisce un’opportunità per stabilire le disposizioni relative a tale processo di sostituzione, come contributo fondamentale per la protezione dei cittadini dall’esposizione ai composti chimici pericolosi. L’uso diffuso di sostanze chimiche pericolose, unito alla scarsità di informazioni adeguate e alla carenza di controlli governativi, ha portato alla situazione di crisi che ci troviamo oggi ad affrontare in termini di diffusione delle sostanze chimiche. Molte delle nostre azioni quotidiane comportano l’uso ed il rilascio nell’ambiente, spesso inavvertitamente, di una vasta gamma di composti chimici. I rischi presentati da gran parte di queste sostanze non sono mai stati valutati con esattezza. Nello stesso tempo, le legislazioni attuali non hanno garantito il controllo dell’esposizione alle sostanze chimiche, neanche per quelle le cui proprietà dannose sono ormai note, anche laddove esistano già alternative più sicure. Conseguentemente, possiamo riscontrare i segnali di una contaminazione da sostanze chimiche ovunque, dalle regioni più remote ed inaccessibili del globo alla nostra casa. Gli animali selvatici dall’Artico al fondo degli oceani , l’acqua piovana , la polvere nelle nostre case , persino il corpo umano  risultano essere inquinati da sostanze chimiche pericolose. Tali sostanze sono oggi talmente onnipresenti, che i bambini sono esposti ai composti chimici industriali prima ancora di nascere. Le sostanze persistenti che si accumulano nel corpo umano (bioaccumulabili), quelle che possono causare tumori o altri danni alla salute, e persino interferire con le funzioni basilari del sistema ormonale ed il loro ruolo nello sviluppo ,potrebbero avere in futuro  conseguenze sconosciute .Nonostante ciò, mentre la diffusione dei composti chimici nell’ambiente e nel corpo umano viene sempre più documentata, pochi di noi sono consapevoli del fatto che molte di queste sostanze  sono presenti nei nostri prodotti di consumo quotidiani. Le sostanze chimiche che vengono utilizzate come ritardanti di fiamma nei prodotti elettronici come i telefoni cellulari, i computer o i televisori possono contaminare il latte materno . Le sostanze che vengono utilizzate ad esempio nelle stampe  plastificate sui pigiami per bambini  possono interferire con lo sviluppo, il sistema ormonale e il sistema immunitario degli animali. Nell’ambito di un progetto di analisi delle sostanze chimiche pericolose nei beni di consumo, si è voluto commissionare  un laboratorio indipendente  per l’analisi di una vasta gamma di prodotti per verificarne i contenuti in termini di sostanze potenzialmente dannose  , studiando le politiche di vari fabbricanti di prodotti, per valutare l’utilizzo e le misure per eliminare le sostanze potenzialmente pericolose dai loro prodotti. La buona notizia è che un numero sempre crescente di aziende sta attuando azioni positive per sostituire queste sostanze in vari beni di consumo, dalle scarpe da ginnastica, ai giocattoli, dai telefoni cellulari ai prodotti tessili e cosmetici. La cattiva notizia, d’altro canto, è che molte altre aziende continuano ad ignorare le crescenti preoccupazioni per la salute e l’ambiente presentate dalle sostanze chimiche che vengono aggiunte ai loro prodotti. I deputati del Parlamento europeo ed i ministri dei governi dell’UE stanno attualmente discutendo una legislazione che abbia il potenziale di proteggere i cittadini dell’Unione europea dall’esposizione alle sostanze chimiche dannose. Perché tale legislazione, nota come REACH(Registration, Evaluation and Authorisation of Chemicals), possa risultare effettivamente efficace, i legislatori dovranno assicurarsi che tutte le aziende siano obbligate a sostituire le sostanze chimiche pericolose con alternative più sicure laddove possibile. Una preoccupazione per la salute dell’uomo e dell’ambiente è data da due gruppi di composti chimici pericolosi, o potenzialmente pericolosi, utilizzati di frequente nei profumi e in altri prodotti per il corpo , noti comunemente come ftalati, e i muschi sintetici. Come conseguenza dell’uso massiccio di queste sostanze nei prodotti, si possono ora trovare diffusamente sia nell’ambiente naturale che in quello urbano. La presenza ovunque nell’ambiente e nei prodotti di consumo di muschi sintetici e ftalati, molti dei quali hanno dei tempi di decomposizione molto lunghi, risulta in esposizioni continue con conseguenze sconosciute nel lungo termine. Nello stesso tempo, i prodotti per la cura del corpo che applichiamo sulla nostra pelle, inclusi i profumi, costituiscono un veicolo diretto di esposizione ripetuta a dosi relativamente concentrate, che potrebbe contribuire in maniera sostanziale alla nostra esposizione totale a queste sostanze. Anche se ad oggi i dati sono ancora limitati, esistono evidenze che suggeriscono che gli ftalati e i muschi sintetici comunemente usati potrebbero presentare una varietà di rischi per la salute e per l’ambiente. Nuove prove emergono in continuazione: ulteriori dettagli relativi alle proprietà e ai rischi posti da queste sostanze chimiche sono forniti nelle caselle di testo qui sotto.
Il dietilftalato (DEP) e altri esteri ftalici
Il dietilftalato (DEP) è uno dei molti esteri ftalici in uso comune. Viene utilizzato in particolare in una vasta gamma di cosmetici ed altri prodotti per la cura del corpo, soprattutto come solvente e base per i profumi e come denaturante per l’alcol [utilizzato per rendere l’alcol imbevibile] (SCCNFP 2003). Anche se si ritiene che il DEP abbia una tossicità bassa, e non sembra mostrare lo stesso livello di tossicità per il sistema riproduttivo di altri ftalati (in particolare il DEHP), stanno emergendo nuove evidenze che causano preoccupazioni rilevanti riguardo alla sua sicurezza. Considerando l’uso diffuso di questi composti nei beni di consumo, l’esposizione agli ftalati può avvenire attraverso una molteplicità di fonti . Dato che il DEP è un ingrediente dei profumi ed di altri prodotti per la cura della persona, sembra che l’inalazione potrebbe costituire una fonte significativa di esposizione , insieme all’assorbimento attraverso l’epidermide. Nonostante il DEP sia metabolizzato rapidamente dal corpo umano nella forma monoestere (MEP) e non pare accumularsi nei tessuti, è chiaro che quando viene applicato alla pelle, il DEP penetra rapidamente ed entra in circolo nel corpo in seguito ad ogni esposizione. Sono state rilevate concentrazioni di MEP nell’urina umana 30 volte più alte di quelle dei metaboliti di qualsiasi altro estere ftalico. Hanno recentemente dimostrato che, mentre i livelli di altri metaboliti degli ftalati espulsi con l’urina sono generalmente più elevati nei bambini che negli adulti, i livelli di MEP sono generalmente raddoppiati negli adulti rispetto ai bambini, con i livelli più elevati in assoluto riscontrati nelle donne, possibilmente come risultato delle differenze nell’uso di prodotti per il corpo come prodotti per i capelli, cosmetici e profumi. Gli effetti a lungo termine di questa esposizione ripetuta diretta al DEP non sono ben noti. Tuttavia, indicazioni emerse di recente mostrano che i cambiamenti nel DNA delle cellule dello sperma sono più frequenti negli individui nella cui urina sono stati anche riscontrati livelli elevati di MEP ; studi ulteriori sono necessari per determinare se questo sia dovuto ad un fattore di causa ed effetto. Più di recente, alcune ricerche hanno identificato una possibile connessione fra l’esposizione a due metaboliti degli ftalati, vale a dire MEP e MBP (mono-butilftalato), riscontrati nei campioni di urine, e una ridotta funzionalità polmonare negli uomini adulti .Vari altri ftalati rilevati nei campioni di profumo, anche se a livelli molto inferiori del DEP, destano anch’essi preoccupazioni in termini di tossicità. Particolarmente rilevanti sono il di-butilftalato (DBP) e lo ftalato di bis(2-etilesile) (DEHP), entrambi classificati come tossici per il sistema riproduttivo dall’Unione europea (Categoria 2)(EU 2003).
I muschi sintetici
I muschi sintetici sono composti aromatici artificiali che vengono utilizzati in luogo dei più costosi muschi naturali. I muschi sintetici vengono aggiunti a molti prodotti di uso quotidiano ,come i detersivi, i deodoranti per ambienti, le creme per le mani, i saponi ed i profumi.Muschi sintetici nell’acqua piovana sono stati raccolti, suggerendo una persistenza nel lungo termine di questo , e potrebbero aggravare gli effetti dell’esposizione .Il termine “muschio sintetico” riguarda tre vaste categorie di composti chimici, vale a dire i nitromuschi, i muschi policiclici e i muschi macrociclici. A causa di preoccupazioni relative al loro livello di tossicità, la produzione dei nitromuschi è in declino in Europa già da qualche anno. Solo due nitromuschi rimangono prodotti in quantità significative oggi: il muschio xilene (MX) e il muschio chetone (MK). Questi, insieme ai due muschi policiclici, il galaxolide (HHCB) e il tonalide (AHTN),compongono il 95% del mercato europeo dei muschi sintetici.I muschi sintetici sono composti chimici che persistono nell’ambiente e, a causa di ciò e del loro uso diffuso nei prodotti, sono distribuiti in grandi quantità nell’ambiente, soprattutto nei sistemi acquatici e marini , ma anche nell’atmosfera  e all’interno degli edifici . Uno studio commissionato in Olanda sulle sostanze chimiche contenute nell’acqua piovana nei Paesi Bassi ha rilevato composti di muschio sintetico praticamente in tutti i campioni analizzati: mentre la distribuzione di galaxolide è stata riscontrata essere abbastanza uniforme, una chiara punta nei livelli di tonalide è stata rilevata al centro del paese, in corrispondenza dell’area in cui è situata un’industria chimica che produce composti di muschio sintetico. E’ importante notare che il nitromuschio ambretta (MA), la cui produzione è proibita nell’Unione europea dal 1995, è stato rilevato nel 34% dei siti in cui i campioni di acqua sono stata analizzati.I muschi sintetici possono accumularsi nei tessuti e i muschi utilizzati nei profumi sono stati riscontrati come contaminanti nel sangue umano e nel latte materno . Vi sono indicazioni crescenti che alcuni nitromuschi e muschi policiclici, inclusi quelli usati comunemente nei profumi, potrebbero interferire (in quanto composti progenitori o metaboliti) con i sistemi ormonali nei pesci , negli anfibi  e nei mammiferi .Anche se l’attività estrogena dimostrata dal galaxolide e dal tonalide nei mammiferi è relativamente debole, effetti antiestrogeni sono stati osservati per gli stessi composti a concentrazioni più di 100 volte inferiori .Correlazioni statistiche sono state notate fra i livelli di muschio xilene e muschio chetone nel sangue ed alcune affezioni ginecologiche nelle donne .I profumi potranno anche essere fonte di piacere, ma potremmo goderceli di più se fossimo certi che non contengano sostanze che possano accumularsi nell’ambiente e nei nostri corpi, e che potrebbero anche essere suscettibili di causare danni alla nostra salute. I consumatori che vogliono evitare tali sostanze hanno un compito arduo, dato che di rado i produttori riportano i contenuti di ftalati e muschi sintetici nelle etichette.

Dall’analisi dei profumi, fra il 2003 e il 2004,i risultati dimostrano che gli ftalati e i muschi sintetici sono presenti praticamente in tutte le marche di profumi sottoposte ad analisi. Tutti tranne uno dei campioni contenevano livelli misurabili di ftalati, in quantità estremamente variabili da una marca all’altra. Solo uno dei campioni non conteneva ftalati in quantità rilevabili. Molti altri contenevano livelli di ftalati totali ridotti, meno di 10 mg/kg (0.001%). D’altra parte, il campione con il contenuto più elevato di ftalati ne conteneva più di 22 000 mg/kg (2,2% del peso totale del campione). Lo ftalato riscontrato più di frequente è il dietilftalato (DEP), trovato in 34 dei 36 profumi analizzati in quantità estremamente variabili, e solo il profumo Gloria Vanderbilt’s  Vanderbilt and Bogner’s High Speed non ne conteneva livelli rilevabili. I livelli più elevati di DEP sono stati rilevati in Eternity for Women di Calvin Klein (22 299 mg/kg, o 2,2% del peso totale), Melvita’s Iris Blue (11 189 mg/kg, o 1,1%) e Jean-Paul Gaultier’s Le Mâle (9 884 mg/kg, o poco inferiore a 1%).I profumi analizzati contenevano inoltre quantità estremamente variabili di muschi sintetici. I livelli totali di nitromuschi e muschi policiclici erano più ridotti in Puma’s Puma Jamaica Man (0,1 mg/kg),Alqvimia’s Aqua Natural (0,5 mg/kg), Naomi Campbell’s Sunset (1,8 mg/kg) e Christian Dior’s PurePoison (2 mg/kg). I livelli totali più elevati di questi muschi sintetici sono stati riscontrati in Cartier’s Le Baiser Du Dragon (45 048 mg/kg, o 4,5% del peso) e Gaultier’s Le Mâle (64 428 mg/kg, o 6,4%), e sorprendentemente, 94 069 mg/kg (9,4%), in White Musk di Body Shop. I nitromuschi sono stati rilevati in un numero limitato di profumi, e principalmente in quantità ridotte o non rilevabili, con l’eccezione di Chanel No. 5, che conteneva 4 670.4 mg/kg (0,46%) di muschio chetone (MK). I muschi policiclici, in particolare il galaxolide (HHCB) e il tonalide (AHTN), sono stati rilevati in quasi tutti i profumi, ma di nuovo le quantità erano estremamente variabili. I livelli di HHCB variavano da punte di 77 848 mg/kg (7,8% del peso) in White Musk di Body Shop, 44 776 mg/kg (4,5%) in Cartier’s Le Baiser Du Dragon e 37 644 mg/kg (3,8%) in Jean-Paul Gaultier’s Le Mâle a valori di meno di 1 mg/kg in altri prodotti. 5 dei profumi sono stati analizzati per un numero inferiore di muschi sintetici delle altre marche, ed è quindi possibile che contengano livelli totali di muschi sintetici più elevati di quanto riportato. Le ragioni delle grandi differenze nelle concentrazioni rilevate di ftalati (da quantità non rilevabili a 2,2% del peso) e di muschi sintetici (da quantità non rilevabili a 9,4% del peso) non sono ancora note. Mentre l’assenza di livelli riscontrabili di tali sostanze chimiche in alcune marche suggerisce che sia possibile produrre e commercializzare con successo profumi dove non ne viene fatto un uso deliberato, non è possibile stabilire, sulla base dei risultati di questa indagine, quali altri componenti chimici potrebbero essere stati utilizzati per sostituirli. Date le preoccupazioni legittime che sono insorte riguardo all’uso continuato di ftalati e composti di muschio sintetici, tuttavia, esiste un bisogno urgente per ulteriori studi al riguardo. Una possibile spiegazione per l’apparente assenza dei composti di nitromuschio o di muschio policiclico in alcuni profumi potrebbe essere il crescente interesse all’interno dell’industria profumiera nella loro sostituzione con muschi macrociclici. Poche informazioni sono disponibili riguardo alla portata dell’uso di questi ultimi e i loro potenziali effetti dannosi per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Le analisi condotte nello studio del laboratorio TNO forniscono una prima indicazione del loro uso diffuso, dimostrando la necessità di ulteriori studi.

I limiti della legislazione attuale
La legislazione attuale dell’Unione europea fornisce una protezione solo parziale dalle sostanze chimiche utilizzate nei cosmetici, inclusi i profumi. La Direttiva UE sui Cosmetici (76/768/CEE) limita l’uso nei prodotti cosmetici di quelle sostanze chimiche classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per il sistema riproduttivo (CMR). In tale limitazione ricade già almeno uno dei nitromuschi, il muschio ambretta. Tuttavia, la Direttiva:
• non impedisce l’uso di sostanze chimiche considerate altrettanto nocive, quali quelle tossiche per il sistema endocrino;
• non affronta il problema dell’esposizione attraverso la diffusione nell’ambiente dei composti
chimici utilizzati nella produzione dei prodotti cosmetici o l’uso e lo smaltimento di questi prodotti;
• non comporta alcuna procedura d’autorizzazione che richieda ai fabbricanti di adottare politiche cautelative o ricercare soluzioni sistematiche per l’eliminazione e la sostituzione dei composti chimici ritenuti dannosi. Solo un approccio cautelativo attivo e generalizzato alla legislazione in materia di sostanze chimiche potrà rimediare a tali falle nel regolamento e portare l’industria a promuovere l’innovazione verso l’uso di sostitutivi più sicuri e l’eliminazione graduale delle sostanze chimiche che destano preoccupazioni in termini di tossicità.
Accettare i rischi o cautelarsi?
Il presente studio conferma l’uso diffuso degli ftalati e dei composti di muschio sintetico nei profumi, e quindi come questi ingredienti potenzialmente nocivi costituiscano in alcuni casi una frazione significativa del peso totale del prodotto stesso. E’ sempre difficile, se non impossibile, quantificare i rischi esatti che una determinata sostanza chimica può presentare per la salute dell’uomo, e anche se gli studi possono impiegare anni per essere completati, le valutazioni che ne risultano sono spesso altamente soggettive o anche inconcludenti. Gli assunti presi e i giudizi dati nel raggiungere le conclusioni relative ai rischi per l’ambiente o per la salute dell’uomo sono raramente comunicati al di fuori dei documenti tecnici, nonostante tali aspetti siano importanti per comprendere le conclusioni raggiunte e il grado di incertezza che comportano. Inoltre, la valutazione dei rischi spesso parte dal presupposto che un determinato livello di esposizione ad una sostanza chimica, anche laddove tale sostanza dimostri proprietà intrinsecamente nocive, è in fondo “accettabile” e gestibile. Considerando le complessità aggiuntive che risultano dal fatto che non siamo solo esposti a sostanze chimiche individuali, ma a miscele di sostanze, e che generalmente siamo esposti a varie fonti per ciascun composto chimico nella nostra vita quotidiana, è evidente che i metodi ristretti tradizionali di valutazione dei rischi sono poco adatti a fornire una protezione adeguata. E’ urgente quindi un approccio maggiormente cautelativo alla valutazione e al controllo delle sostanze chimiche. Le recenti opinioni adottate dal Comitato scientifico sui prodotti cosmetici e non-alimentari dell’UE, SCCNFP (più tardi riorganizzato nel Comitato scientifico per i prodotti di consumo nel 2004), relativamente al galaxolide (HHCB) e al tonalide (AHTN) (SCCNFP 2002 a, b), illustrano l’influenza degli assunti di base quando si determinano il livelli di “rischio accettabile”. Il Comitato suggerisce che l’HHCB può essere utilizzato come aroma nei cosmetici senza limitazioni, ed il contenuto di AHTN può raggiungere fino ad un massimo del 12% del composto aromatico (contro il 12% del prodotto finale), basando queste raccomandazioni su dei “margini di sicurezza” stimati. Il calcolo dei margini di sicurezza in questione dipende in gran parte dalla scelta di valori rappresentativi per l’esposizione, l’assorbimento cutaneo e la tossicità. In questo caso, per determinare il margine di sicurezza per l’HHCB, il Comitato ha stabilito un grado di assorbimento cutaneo dello 0,1% della dose applicata e una concentrazione tipica della sostanza chimica in un profumo (eau de toilette) del 2,4%. Una stima molto più elevata della dose assorbita (5,1%) è stata rifiutata sulla base del fatto che lo studio dalla quale era stata derivata non seguiva le “linee guida” del Comitato e che applicava la dose in etanolo puro, considerato non rappresentativo dei prodotti commerciali. Ma dato che i veri profumi (incluse le eaux de parfum) possono contenere livelli di etanolo che raggiungono fino al 75% del loro peso (Bearling 1999), questo studio potrebbe avere una rilevanza maggiore. Inoltre, i risultati delle analisi svolte dal laboratorio TNO dimostrano che anche nelle formulazioni comparativamente più leggere di eaux de toilette e eaux de parfum, i livelli di HHCB possono eccedere l’assunto di base del Comitato di una concentrazione del 2,4% (in 5 dei 36 prodotti analizzati dal TNO). Se consideriamo queste stime relativamente più “pessimiste” in termini di assorbimento e concentrazione, i margini di sicurezza potrebbero essere stati ridotti di  fattore di almeno 100.Per quanto riguarda l’AHTN, in modo simile il Comitato ha preso come base un valore tipico di concentrazione per prodotto dello 0,96% e di nuovo ha rifiutato di considerare un valore più elevato di dose assorbita nei suoi calcoli per stabilire un margine di sicurezza. I risultati dell’analisi effettuata da TNO dimostrano come tali valori possano essere superati in 2 dei 36 campioni analizzati. Inoltre, il Comitato stesso ha dichiarato che le sue opinioni in merito a queste sostanze chimiche non considerano l’eventuale esposizione del consumatore attraverso una varietà di altre fonti (SCCNFP 2002 a, b). I cosmetici non sono l’unica fonte di esposizione ai muschi sintetici per l’uomo: altre possibili fonti includono i deodoranti per ambienti, i saponi e i detersivi. Inoltre, non è chiaro dalle considerazioni del Comitato come siano stati esattamente derivati i livelli di “nessun effetto avverso rilevato” di 50 mg/kg e 5 mg/kg per l’HHCB e l’AHTN, rispettivamente, o se tali valori comprendano una considerazione dei potenziali effetti nocivi per il sistema endocrino o effetti sinergici con altri composti chimici tossici. Ad ogni modo, è certo che le nuove scoperte riguardo agli effetti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo di queste sostanze chimiche emerse dal 2002 non possono essere stati presi in considerazione, anche se rilevanti per il calcolo dei margini di sicurezza.
Conclusione – La strada verso il futuro
Questa ricerca conferma la presenza di composti potenzialmente pericolosi nei prodotti eaux de toilette and eaux de parfum. La quantità delle sostanze  trovate negli articoli varia ampiamente a seconda del prodotto testato e si osservano molti vuoti nella regolazione del loro impiego. Il sistema REACH, la riforma proposta della chimica in Europa, ha tutto il potenziale per attuare un processo autorizzativo, che richiederebbe l’eliminazione graduale e la sostituzione dei composti pericolosi, in particolare di quelli definiti “estremamente problematici” con proprietà di pericolo per l’uomo e l’ambiente. Queste sostanze, infatti, includono i composti persistenti, tossici e bioaccumulanti (PBT), quelli molto persistenti e molto bioaccumulanti (vPvB), i composti che sono cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione (CMR) e quelli che possono interferire sul sistema ormonale (distruttori endocrini). Nonostante non sia ancora certo che ftalati e muschi sintetici possano essere ufficialmente identificati come “composti estremamente problematici” secondo REACH, le crescenti evidenze sulle proprietà pericolose di questi composti sottolineano comunque la necessità di una loro considerazione.Il REACH, pubblicato dalla Commissione europea nell’ottobre 2003, ha sofferto di un’intensa pressione politica da parte dell’industria. L’attuale bozza, infatti, contiene un escamotage che potrebbe permettere di autorizzare l’uso continuato delle sostanze altamente pericolose nonostante siano disponibili alternative più sicure.  REACH ci potrà realmente proteggere dall’esposizione alle sostanze pericolose solo laddove un’autorizzazione all’uso dei composti estremamente problematici sarà concessa in caso di assenza di alternative più sicure e se l’impiego risulta essere essenziale per la società. Questo è il principio di sostituzione. Alcune aziende stanno rispondendo ad una aumentata consapevolezza dei consumatori sulla presenza di composti sintetici nei beni di consumo, attraverso l’implementazione di politiche di sostituzione e di eliminazione graduale di alcuni composti pericolosi. Queste società dimostrano che un approccio innovativo, verso una nuova generazione di prodotti più sicuri, può essere ugualmente competitivo e condurre ad un successo a livello commerciale. Le aziende dei profumi dovrebbero seguire questi esempi. In ogni caso, è certo che i soli impegni volontari non sono sufficienti per promuovere soluzioni innovative e più ecologiche. Il sistema REACH dovrà quindi fornire una struttura legale vincolante per implementare una politica chimica basata sulla precauzione e che possa promuovere l’innovazione del settore. L’opportunità di emendare il testo della riforma ora è nelle mani dei rappresentanti eletti al Parlamento europeo e dei Ministri di governo, che potranno rafforzare il sistema REACH garantendo solo in questo modo la protezione dell’uomo dai composti pericolosi presenti nella nostra vita quotidiana.
Grazie a tutti voi


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